So che non funziona più. Ma non riesco a lasciarlo." Quando anche scegliere di andarsene sembra un fallimento.

November 12, 20252 min read

Ci sono donne che decidono tutto. Che pianificano, controllano, risolvono. Che in ambito professionale si muovono con lucidità, strategia, visione. Ma quando si tratta della propria vita emotiva, qualcosa si blocca. E spesso si blocca proprio nel momento più delicato: quando una relazione smette di farle stare bene. Quando sentono che non c'è più crescita, più dialogo, più connessione. Ma non riescono ad andarsene. Non perché siano deboli. Ma perché sono state educate alla forza. Alla resistenza. Alla lealtà. A "tenere insieme le cose" anche quando tutto dentro si è già rotto. Non sempre una relazione è tossica o apertamente disfunzionale. A volte è solo finita. Non c'è più desiderio, né entusiasmo. Non ci si riconosce più. Eppure, chi sta dentro quella relazione fa fatica a lasciarla.

Perché?

  • "E se mi pento?"

  • "Non ho una ragione abbastanza seria per chiudere."

  • "Non voglio ferire l'altro."

  • "Mi sono abituata così."

  • "Dovrei farcela a farla funzionare meglio."

Questo è il momento esatto in cui molte donne si paralizzano. Non perché non vedano la situazione. Ma perché sono invischiate in due meccanismi profondi:

1. L'evitamento "funzionale"

Invece di affrontare la questione, rimandano. Si buttano sul lavoro, su progetti, su obiettivi esterni.
Funzionano. Sono attive, efficienti. Ma sotto la superficie, evitano il confronto con ciò che provano davvero.

2. Il rimuginio paralizzante

Analizzano ogni dettaglio. Riflettono, ci tornano sopra, ci dormono su per settimane, mesi, anni. Cercano la scelta giusta. Definitiva. Sicura. Ma nel farlo, perdono contatto con ciò che desiderano. La razionalità prende tutto lo spazio. E l'intuizione — quella voce silenziosa che sa — non riesce più a farsi sentire.

Perché è così difficile scegliere (soprattutto per le donne iperfunzionanti)

Per molte donne brillanti, scegliere non è mai solo una decisione pratica.

È una questione identitaria.

  • "Se scelgo e sbaglio, avrò dimostrato di non essere all'altezza."

  • "Se mollo, vuol dire che ho fallito."

Allora restano. Non per amore. Ma per paura.

Perché "reggere" è sempre sembrata la cosa giusta da fare.

Tre domande che possono aiutarti a ritrovare il centro

Non servono grandi discorsi. A volte basta una domanda giusta, al momento giusto. Eccone tre, da lasciare lì, nel tempo:

  • "Cosa sto proteggendo, evitando di scegliere?"

  • "Se resto così, chi sto tradendo davvero?"

  • "Se avessi la certezza di non deludere nessuno, cosa farei domani?"

Non devi rispondere subito.
Ma se una di queste domande ti punge, tienila con te.

La forza non è decidere senza dubbi. È restare presenti mentre li attraversi.

Non sei sbagliata se ti senti ferma. Non sei debole se hai paura. Non sei egoista se pensi di meritare di più. Forse sei solo stanca. Stanca di portare tutto sulle spalle. Stanca di farcela sempre da sola. E anche questo è un segnale.

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